Scomparso Gelmino Ottaviani


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Scomparso Gelmino Ottaviani. Dirigente storico della FIM Cisl di Verona, operaio della Riello

Ieri è venuto a mancare Gelmino Ottaviani, storico dirigente della FIM Cisl di Verona e operaio per molti anni alla Riello di Legnago. La sua vita, l’impegno sindacale, la voglia di conquistare sempre nuovi diritti e nuove libertà con i suoi colleghi della fabbrica nell’Italia del dopoguerra sono state raccontate nel libro dello storico Federico Bozzini “Cipolle e Liberta” (Edizioni Lavoro 2003) e ripreso in uno splendido monologo al Teatro Civico da Marco Paolini.

Nato nel 1937, Ottaviani nasce da una famiglia povera, ma piena di valori che lo hanno accompagnato per tutta la vita, sul posto di lavoro, nell’attività sindacale spesa nella Fim (i metalmeccanici della Cisl) e anche nelle vicende umane che lo hanno visto perdere un giovane figlio, Marco, anch’egli attivista della Fim.

Nel libro di Federico Bozzini, Ottaviani ripercorre le fasi salienti della sua vita di operaio presso la Riello di Legnago raccontando con straordinaria lucidità le vicende di una generazione che, a pane e cipolle, ha cambiato l’Italia, trasformandola da paese prevalentemente agricolo a seconda economia industriale d’Europa.

I delegati e le delegate della FIM di Verona, insieme al loro Segretario Luca Mori, lo salutano così: “Caro Gelmino, la tua vita è stata testimonianza viva di cosa significa fare sindacato, essere FIM. Hai coltivato in noi passione ed identità e nelle tue parole abbiamo ritrovato il senso profondo della nostra militanza… Ora tocca a noi dare continuità e rinnovamento a quei valori umani, civili, politici e sindacali di cui sei stato testimone per tutta la tua vita. Sei stato un grande uomo e il tuo esempio è per noi, ogni giorno, orgoglio e speranza viva che le cose possono sempre cambiare”.

Anche Massimo Castellani, Segretario della CISL di Verona, compaesano di Ottaviani, lo ricorda: “Alla fine degli anni 70, dopo il lavoro in fabbrica si andava alla sede dell’FLM, in Viale dei Caduti a Legnago. Gelmino arrivava in bicicletta e già la sua presenza per noi era rassicurante. Le nostre prime esperienze sindacali cercavano in lui la conferma del giusto agire. Le sue eterne sigarette, le celestine, il suo sguardo dolce, accogliente in un uomo solido di principi e valori. Per molti, per i meno giovani, era il biondo; per noi era il nostro maestro e padre sindacale. Non a caso quando ci vedeva il suo saluto era, ciao fiolo”.

Ciao Gelmino.

 


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