Salari legati a produttività: stop in Provincia


La lunga trattativa tra l’Amministrazione della provincia di Verona e i suoi dipendenti per l’attribuzione di un salario legato alla produttività si è arenata. L’obiettivo era migliorare le condizioni retributive dei dipendenti pubblici, riorganizzando i servizi e incrementando la produttività. L’arenarsi della trattativa è accaduto, non tanto per un cavillo giuridico o per mancanza di disponibilità finanziarie, ma sostanzialmente perché alcuni dirigenti provinciali hanno interpretato la legge 150/2009, legge Brunetta, in modo restrittivo, considerando, in maniera errata, che i salari legati alla produttività non debbano essere concordati con i lavoratori o con i loro rappresentanti sindacali, ma unicamente con i dirigenti dell’Amministrazione. Alle organizzazioni sindacali verrà solamente data comunicazione della decisione assunta.

Analoghe situazioni si sono determinate in altre città d’Italia inducendo molti lavoratori, tramite le organizzazioni sindacali, a ricorrere in giudizio per verificare se l’interpretazione dei dirigenti fosse corretta. Il Ministero della funzione pubblica, preoccupato dei numerosi giudizi negativi ha quindi provveduto a predisporre in fretta e furia un decreto legge che forniva l’interpretazione autentica della legge Brunetta. Ma questo decreto avrebbe reso nulli tutti i ricorsi pendenti. Perciò, il 4 febbraio 2011, il buon senso ha prevalso e le organizzazioni sindacali CISL e UIL hanno firmato un accordo con il Governo. In base alla sottoscrizione, viene fatta libera la possibilità di contrattazioni integrative nonostante il blocco dei contratti nazionali e si chiarisce che il sistema delle relazioni sindacali si colloca nell’ambito dell’intesa per la riforma degli assetti contrattuali, riconoscendo così anche il ruolo del sindacato nel definire le condizioni per accrescere produttività, efficienza, miglioramento delle condizioni lavorative e la qualità dei servizi. Con questo accordo il governo si impegna poi a non diminuire le retribuzioni complessive, comprensive della parte accessoria, conseguite dai lavoratori nel corso del 2010 in conseguenza dell’applicazione della Legge Brunetta e sblocca la contrattazione integrativa che potrà realizzarsi con risorse aggiuntive. Il tutto per migliorare le condizioni retributive dei dipendenti pubblici, riorganizzando i servizi pubblici e incrementando la produttività.

Ritengo infatti che la scommessa sia riorganizzare gli uffici pubblici rendendoli efficienti per una risposta adeguata alle persone, alle imprese. E la riforma della pubblica amministrazione passa attraverso la riorganizzazione degli uffici, dall’ assunzione di responsabilità dei dirigenti, dal coinvolgimento dei lavoratori negli obiettivi e nel riconoscere i risultati. Questo accordo, non firmato dalla CGIL, ha rimesso in campo il ruolo della rappresentanza sindacale responsabile che nel difendere i diritti dei lavoratori chiede una riforma della pubblica amministrazione adeguata per un paese moderno.

Massimo Castellani
Segretario generale Cisl Verona


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