Primi risultati dell’arrivo della busta arancione Inps


Arriva la busta: «Non mi aspettavo questi dati»

Luca, 39 anni, operaio di un’azienda alimentare del veneziano ci parla della sua esperienza: «Io faccio il manutentore meccanico, mi infilo ogni giorno nelle macchine, lavorare fino a 70 anni è impensabile».
Sta cominciando ad arrivare anche in Veneto la tanto attesa (o temuta?) “busta arancione”, con l’indicazione della data in cui potrà smettere di lavorare e l’importo della pensione che verrà erogata.

Qui sotto vediamo la stima che l’Inps ha inviato a Luca, operaio in un’azienda alimentare in provincia di Venezia. Lo abbiamo incontrato, per capire cosa pensa.

Luca, qual è stata la prima impressione quando hai aperto la busta?
«La prima impressione è stata che la pensione pubblica futura fosse molto alta rispetto alle mie aspettative. Oltre il 90%! Ma poi ho capito che non erano dati reali».

Perché?
«Mi sono informato prima di ricevere la busta e, anche leggendo le note riportate sotto la tabella, ho trovato la conferma che il calcolo dell’importo della pensione si basa su un incremento del PIL dell’1,5% all’anno. Una condizione che non credo si verificherà facilmente, almeno nei prossimi anni».

Oltre all’importo, nella busta è indicate l’età di pensionamento. Ti aspettavi queste date?
«Sinceramente no. Io ho iniziato a lavorare a 21 anni e nella busta mi dicono aspettare fino a 70 anni per andare in pensione, con 51 anni di contributi versati. Io faccio il manutentore meccanico, mi infilo ogni giorno nelle macchine, lavorare fino a quell’età è impensabile. Ma anche l’età prevista per la pensione anticipata (67 anni) è impossibile. In lavori come il mio senti la fatica; già adesso ho qualche acciacco, non voglio immaginare fra qualche anno. E poi io ho una convinzione».

Quale?
«Secondo me, da un certo punto di vista, mettere di fronte i lavoratori a date di pensionamento così lontane è un atto che serve per giustificare l’introduzione di altre forme di penalizzazione e di ulteriore riduzione dell’importo delle pensioni».

Cosa vorresti che succedesse?
«Io onestamente non lo so. Sento parlare di flessibilità e spero davvero che la introducano in qualche forma, per permetterci di uscire prima dal lavoro, anche con una penale. Per coprire queste penalizzazioni, avere il fondo pensione può essere fondamentale. Anche se non la pensavo così all’inizio».

Cosa intendi?
«Nel 2000, quando mi sono iscritto, non ero totalmente convinto della bontà della mia scelta perché non sapevo cosa sarebbe successo. Poi, negli anni, potendo vedere come funziona ho capito la sua utilità. Avere un fondo pensione, per me, adesso è essenziale».

I tuoi colleghi hanno ricevuto la busta? Come hanno reagito?
«In azienda, per fortuna, siamo molto informati, anche grazie alla presenza periodica del fondo. Per questo i miei colleghi hanno reagito come me, con consapevolezza. Anzi, certi l’hanno strappata e buttata via, perché erano già preparati a quello che andavano incontro. Non so come potrebbero reagire lavoratori che lavorano in azienda dove non c’è informazione».

Che consigli daresti a chi ha ricevuto o riceverà la busta arancione?
«Leggetela, non buttatela via. È comunque un’indicazione utile. Poi è importante informarsi; se non c’è la possibilità di farlo in azienda, andate a cercare informazioni nei punti più vicini a voi. Io mi sono informato prima, anche per mia cultura personale. Fidarsi ciecamente di ciò che c’è scritto nella busta è pericoloso».

L’invio delle buste è iniziato da poco, ma si registrano già le prime, importanti, reazioni: i parametri della stima, il tipo di lavoro, la flessibilità.

Ricordiamo che, per qualsiasi informazione, è possibile rivolgersi presso http://www.solidarietaveneto.it/

Ti aspettiamo.


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