Dallo statuto del lavoro allo statuto dei lavori


Vista la crescente ed inarrestabile crescita della disoccupazione giovanile ormai vicino al 30% è necessario esaminare con attenzione le forme di flessibilità che si sono via via instaurate e le principali necessità di tutela che esse richiedono per le persone impegnate in questi processi lavorativi.

Sono due le principali difficoltà che si sono create in questi anni tra flessibilità e mancanza di tutele.

  1.  la proliferazione di tipologie professionali nell’ambito del lavoro dipendente che si sono caratterizzate in particolare sul lavoro a tempo determinato e su quello interinale o somministrato (circa il 15% dell’occupazione complessiva in media europea). Contrariamente a quello che spesso si sente dire non si tratta di tipologie lavorative completamente de-regolamentate anzi sul piano delle retribuzioni e della normativa contrattuale sono in linea con il lavoro a tempo indeterminato. Presentano al contrario altre forti problematiche: una tendenza a intrappolare per tempi patologicamente lunghissimi una parte significativa di coloro che hanno questi rapporti di lavoro, la debole copertura degli ammortizzatori sociali in caso di conclusione del contratto, la discontinuità nella previdenza frutto di ricorrenti periodi scoperti di versamenti contributivi.
  2. La progressiva crescita di un’area intermedia tra lavoro dipendente e lavoro autonomo, denominato lavoro parasubordinato, in particolare nella forma che un tempo veniva definita collaborazione coordinata continuativa ed ora lavoro a progetto. Sul piano della tutela in quest’area i problemi sono maggiori sia per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali e la previdenza sia per gli aspetti tipicamente contrattuali e normativi, riguardanti la retribuzione, la disciplina del recesso, le tutele su malattia,infortunio. Non sono infrequenti, purtroppo, forme di abuso nell’utilizzo improprio di questa tipologia di lavoro, in virtù del minor costo complessivo per le aziende che la utilizzano.

Il problema è l’uscita dalla crisi: per questo è bene parlarne ora, per essere così pronti nel 2011.

Sono quattro i punti che devono stare alla base del nuovo sistema di tutela del lavoro e dei lavori:

  1. Sistemare bene le coperture universali, in costanza di rapporto di lavoro, in modo tale che quei settori che, attualmente sono legati alla cassa integrazione in deroga, abbiamo invece una forma di protezione grazie alla bilateralità e alla cassa ordinaria.
  2. L’altro pilastro deve essere il miglioramento delle protezioni per i collaboratori a progetto che si può ottenere aggiungendo al costo del lavoro dei collaboratori poco più dell’1% (di cui due terzi a carico del datore e un terzo a carico del lavoratore).
  3. Necessario rendere più agevole l’accesso alle protezioni per i lavoratori temporanei, soprattutto per salvaguardare i più giovani che con le norme attuali (due anni di contributi) sono i più penalizzati.
  4. Infine politiche attive per far tornare nel mercato chi ha perso il lavoro.

Può essere che non ci riusciamo; ma non possiamo permetterci di non tentare.

È possibile anche che l’accordo non si trovi, o lo si trovi più o meno esplicitamente nel senso di lasciare le cose come stanno. Purché si tenga ben presente che questo non corrisponde certamente all’interesse di tutti quelli fuori dal mercato del lavoro anche nella nostra provincia in primis le nuove generazioni.

EMILIANO GALATI
Segretario Regionale FeLSA CISL


2024 Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, Unione Sindacale Territoriale di Verona. Lungadige Galtarossa 22/D, 37133 Verona