Tangenti, la normalità? Legalizziamole così saranno tassate!


Il mitico Nordest, l’area d’Europa presa d’esempio, per anni, dai Paesi di tutto il mondo pare stia crollando sotto i piedi di una politica affaristica, inetta e incapace di gestire il bene pubblico. Una politica, viceversa, bravissima nell’arricchire i propri patrimoni personali.

Viviamo in un sistema di potere politico basato sul malaffare, sulla tangente come elemento strutturale del sistema, tanto che verrebbe da chiedersi se non sarebbe meglio legalizzare le tangenti, almeno verrebbero tassate.

Le ruberie sono trasversali, interessano tutto l’arco costituzionale, nessuno escluso. Le prendono i politici, i dirigenti e gli imprenditori. Per rubare tutti devono essere coinvolti. Come spiega la mafia, infatti, se comprometto tutti nessuno potrà parlare, perché tutti altrimenti ne hanno da perdere o da guadagnare. Un sistema ad incastro, un patto dove o sei partecipe o sei emarginato.

Se, quindi, l’obiettivo è la tangente tutto il resto passa in secondo piano. Le stesse opere vengono decise, non tanto sulla base di utilità sociale, ma in base all’utilità che la loro realizzazione ha finalizzata alla truffa.

Una società non più basata sulle regole del libero mercato ma sulle necessità dei ladri. Se non fosse una tragedia si potrebbe dire con una battuta che siamo davanti ad una nuova dottrina economica. I dipendenti pubblici, a causa del blocco dei contratti nazionali e del risanamento del debito pubblico, percepiscono in busta paga lo stesso stipendio da molti anni, i soldi per le tangenti però si trovano sempre. Ma i soldi sporchi del malaffare, della corruzione, non solo fanno saltare il libero mercato e fallire gli imprenditori onesti ma “giustificano” gli esorbitanti costi delle opere pubbliche.

Sbagliato pensare che le ruberie siano da imputare al fatto che alcuni sono ladri: è il sistema che è ammalato e sembra non funzionare senza il carburante della tangente.

Non è più una lotta di classe, ricchi contro poveri, padroni contro lavoratori, ma onesti contro disonesti.

Una lotta tra chi difende il bene comune e che invece lo utilizza per propri torna conti. Una lotta tra chi paga le tasse e chi le evade credendosi anche furbo. Una lotta tra chi ritiene che il bene pubblico sia di tutti e chi lo sfrutta o inquina ad interesse personale. Una lotta tra chi vuole poter lavorare per vivere e fra chi vuole vivere e arricchirsi senza lavorare.


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