Primo maggio, aperti o chiusi ?


Anche quest’anno è partita la polemica sull’opportunità di tenere aperti, domenica primo maggio, i negozi del centro di Verona. E come ogni anno si parla esclusivamente di negozi e non di bar, alberghi, ristoranti, pizzerie, ecc, come se lì non ci fossero lavoratori.

Credo che per chi fa il mio mestiere, il sindacalista, sia più facile cavarsela con una battuta: “Guai a voi tenere aperti i negozi il primo maggio festa dei lavoratori, il primo maggio non si tocca!”. Ma non si risolve il problema e i lavoratori dei negozi del centro, probabilmente, lavorerebbero come le altre domeniche dell’anno. Bisogna però ricordare che le attività commerciali del centro storico di Verona hanno la possibilità di aprire e vendere 7 giorni alla settimana per 52 settimane all’anno. I dipendenti il cui riposo coincide con la domenica possono lavorare per 12 domeniche previste dalla Legge Bersani e ulteriori 12 domeniche previste per il centro storico di Verona.

Le attività commerciali fuori dal centro storico possono aprire per le 12 domeniche/festività previste dalla Legge Bersani più quelle previste territorialmente dal comune. I dipendenti il cui riposo coincide con la domenica possono lavorare per 12 domeniche previste dalla Legge Bersani e il 30 % di quelle previste territorialmente. 

Purtroppo quest’anno il primo maggio scade di domenica e quindi ci si pone la domanda aperti o chiusi i negozi? Se dovessimo stare alla Legge Bersani dovremmo dire aperti a Verona come le altre 51 domeniche dell’’anno e i rimanenti  364 giorni. Se dovessimo voler rispettare la festività dei lavoratori diremo chiusi. Ma siamo sicuri che questa sia una questione determinante per i lavoratori del settore commercio? Io credo di no. Avrei più piacere si dibattesse delle prospettive del settore e delle tutele dei lavoratori nella grande distribuzione e di quali possano essere gli strumenti e i soggetti da coinvolgere per mettere in atto un fattivo controllo sull’applicazione contrattuale e sulle diverse tipologie di accordi instaurati con i dipendenti o pseudo tali.

Concludendo, anche in questa occasione non deve mancare il buonsenso, tenendo in considerazione la crisi economica e occupazionale che stiamo vivendo, anche nella nostra provincia. Questo non deve assolutamente essere usato come elemento di ricatto ma come consapevolezza che il lavoro è ancora più prezioso di alcuni anni fa.

Massimo Castellani
Segretario Generale Cisl Verona


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