Povertà con nuovi volti


Nel direttivo del 24 aprile i delegati della Fim hanno affrontato il tema dell’emergenza sociale. La necessità di riflettere su questa tematica nasce dalla consapevolezza che la crisi, che sta colpendo il mondo del lavoro, sta alzando l’asticella del disagio e emarginazione sociale.

Hanno aiutato ad approfondire e capire le dimensioni delle realtà un rappresentanze delle istituzioni, Annamaria Ferrarini dirigente dell’Ass.to ai Servizi Sociali del Comune di Verona, della società civile, Carlo Croce vicedirettore della Caritas diocesana di Verona e dell’associazionismo, Davide Cecchinato di Adiconsum Verona.

Nelle analisi illustrate dagli intervenuti emerge che la dimensione dell’emergenza sociale negli ultimi anni comprende sempre più cittadini e sempre più cittadini che “fino al giorno prima” ne erano estranei.

“Non ci sono nuove tipologia di povertà – ha sottolineato C. Croce di Caritas – ma povertà con nuovi volti. Sempre più si presentano ai nostri centri di ascolto cittadini che hanno un lavoro, ma non riescono a pagare le utenze di luce o gas e l’affitto di casa. Si tratta, ad esempio, di padri separati o famiglie che si trovano improvvisamente con un solo reddito da lavoro non sufficiente a coprire le necessità del nucleo familiare “

Altro dato che testimonia come la crisi stia colpendo tutte le fasce di cittadini è dato dal calo di domande alle case di riposo. “ Molte figlie o nuore si sostituiscano alle badanti nell’assistenza di familiari anziani – commenta la dirigente comunale Annamaria Ferrarini – La pensione del genitore, che fino ad ieri serviva per sostenere la quota della casa di riposo, oggi diventa sostengo per l’intero nucleo familiare”.

Il segretario dell’Adicosum ha posto l’attenzione all’aumento dell’indebitamento di molte famiglie con finanziarie che applicano tassi di interessi al limite dell’usura. “In molti casi – spiega Cecchinato segretario Adiconsum – le famiglie si indebitano per acquisto di un’automobile o per fare le ferie. Di per se è comprensibile. Il problema che riscontriamo è che i finanziamenti richiesti sono molteplici, al di sopra della reale capacità di spesa del soggetto.”

Dal dibattito è emerso come sia necessario che il sindacato faccia rete con i soggetti che si occupano e sono a contatto con queste emergenze. Anche la fase di prevenzione è importante. Segnalare dove si può trovare un sostegno per il proprio disagio aiuterebbe a recuperare in tempo anche le situazioni più difficili.

“Le causa principale di questo aumento del disagio sociale – commenta Massimiliano Nobis segretario della Fim – è la mancanza di lavoro, che causa sia un problema di sostentamento economico e sia la percezione di essere estromesso dalla collettività. Siamo molto preoccupati perché anche in territorio ricco di risorse e di opportunità come Verona, non troviamo segnali di voler investire sulla manifattura ne da parte degli industriali ne dalle scelte politiche. L’altro dato che emerge da questa giornata e la radicalizzazione di un approccio individualistico consumistico nella società che ha portato la perdita di valori come la solidarietà e il senso del limite nel possedere cose.”


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