Fusione tra Fisascat e Felsa: nasce la Fist


 

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Servizi, rivoluzione Cisl. Insieme precari e garantiti Si uniscono in un’unica categoria i lavoratori del terziario. Sarà la più numerosa tra le organizzazioni nel Veneto con oltre quarantamila iscritti.

Monselice. Un sindacato unitario, perché non ci siano più lavoratori di serie B. È nata formalmente ieri mattina a Monselice la Fist Cisl, sigla che per la prima volta mette insieme tutti i lavoratori dei servizi, i dipendenti “tradizionali” e i precari.

La fusione. Fisascat e Felsa hanno deciso di arrivare all’unificazione, dando vita alla Fist Cisl, la Federazione Italiana Servizi e Terziario. Un percorso avviato ieri mattina, nella sala convegni del Blue Dream Hotel, con la convocazione dei due consigli generali. La Fist regionale, una volta costituitasi, conterà su una base associativa di oltre 40.000 iscritti, prima di tutte le organizzazioni sindacali del Veneto. I numeri. Dai collaboratori a progetto ai somministrati, passando per le partite Iva e gli associati in partecipazione, la galassia dei lavoratori precari, nel mondo dei servizi, è vastissima e ancora da mappare. Oltre mezzo milione i lavoratori del comparto in Veneto. Un quarto degli addetti del settore ha meno di 25 anni. Sono distribuiti in 180.000 aziende di cui poco più di 700 con oltre 50 occupati. A questi si aggiungono oltre 50.000 lavoratori domestici. Ben 39 i contratti nazionali di lavoro applicati. A fianco dei tradizionali contratti da dipendente, convivono circa 40.000 lavoratori “atipici” o precari: il numero, in realtà, è solo una stima. Andrebbero aggiunte, per esempio, le false partite Iva. Difficile quantificare le esatte proporzioni del precariato, quando la durata media di un contratto “atipico” è di appena tre mesi. E che su 100 neo assunti nel Veneto, addirittura 85 riescono a entrare nel mondo del lavoro solo con queste forme contrattuali precarie. Le storie. C’è il dipendente di una grossa azienda agroalimentare veronese, che dopo sei anni di lavoro sotto agenzia interinale si è sentito dire: se vuoi l’assunzione a tempo indeterminato, vai a farti sei mesi nella nostra filiale degli Usa. Poco importa se il giovane era appena diventato papà. Ci sono gli over 50 alle prese ogni sei mesi con un contratto che scade. Ci sono i commessi dei centri commerciali assunti con il contratto di associazione in partecipazione: lavorano a fianco dei dipendenti che hanno il contratto collettivo nazionale con tutti i diritti, ma per loro non c’è garanzia in caso di crisi, hanno un fisso mensile molto basso, si devono procurare il lavoro, si devono gestire le sostituzioni, non hanno tutele. E naturalmente i lavoratori precari rinnovati di contratto in contratto, per anni. Le battaglie. «Puntiamo a unire le forze per dare tutele a tutte le forme del lavoro» sottolinea Maurizia Rizzo (Fisacat Cisl). «L’obiettivo è iniziare a fare più contrattazione decentrata con le nostre controparti datoriali, per delle regole che promuovano la buona occupazione». «Quello che era atipico ormai è tipico» constata Emiliano Galati (Felsa Cisl) «dobbiamo alzare l’asticella e diventare un punto di riferimento per gli under 29, che sono l’ossatura del mercato del lavoro veneto».


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