Ensemble teatrale 22 gradi “La crisi: istruzioni per l’uso” regia di Daria Anfelli


La crisi: istruzioni per l’uso è uno studio teatrale realizzato con 10 lavoratori- attori (Brentegani Marco – Burato Nicola – Ferrari Giorgio – Fochesato Antonio – Grisi Michela – Lacrimi Sara – Morandi Mara – Olioso Dolores – Rossi Giosué – Scolari Carlotta), condotto da Daria Anfelli, e sostenuto dalla CISL di Verona.

L’idea nasce da alcune riflessioni sulla gravissima situazione del lavoro e della società italiana e in particolare da tre domande cruciali:

• dove si sfoga la frustrazione e la comprensibile rabbia della gente? La disperazione è solo un problema dei singoli individui?

• Perché il lavoro e il suo coinvolgimento del corpo e del tempo delle persone pare essere sparito dall’immagine del mondo e dei media, e sembra che tutti passino le giornate al computer o alla tv? In fondo più di sette milioni di persone lavorano in fabbrica, altri milioni fra artigianato e commercio, altri nei servizi, eppure il lavoro sembra quasi un’astrazione.

• Infine, che ne è della riflessione sul tempo libero, sull’ozio creativo, sull’identità e sulla necessità di realizzare creativamente la propria esistenza? Essere in crisi e trovarsi con le spalle al muro economicamente, spesso ai limiti della sopravvivenza, non significa smettere di interrogarsi sul senso della propria esistenza. Dover accettare enormi compromessi, condizioni spesso umilianti, non significa perdere il desiderio di realizzare la propria vita. La crisi non sdogana infatti la fine dei sogni e delle aspirazioni.

Anzi, come scrive anche Albert Einstein, la crisi può divenire laboratorio di cambiamento e di soluzioni innovative, rottura con il passato e motore di nuovi assetti e nuova consapevolezza. Di certo non staremo a piangere e lamentarci aspettando di soccombere.

Questo è forse il nucleo dl lavoro teatrale che stiamo costruendo: racconto della crisi, che dice chiaro chi, come, quando e dove sia nata, e perché ci abbia travolto, nell’interesse di pochissimi privilegiati; omaggio al lavoro e alla sua fisicità, ma anche riconoscimento della fatica, della grande fetta di tempo che assorbe e divora; ricerca di proposte creative di resilienza umana alla crisi, una sorta di manuale per l’uso della crisi, in modo che non ci sommerga, non azzeri l’intelligenza creativa e non spinga la gente verso l’abisso della solitudine, della paura e della depressione, ma invece diventi difficile ma utile trampolino per nuovi comportamenti, nuove strategie sia personali che collettive.

Il sindacato allora può diventare casa e laboratorio per idee e strategie non scontate, può aprire spazi di espressione del grave disagio della gente anche in forme creative e artistiche – che spesso sono le uniche a toccare le coscienze, e – a fianco della sua specifica funzione di tutela – può sostenere lo scambio di testimonianze, esperienze, aiuti, risorse, riflessioni, progetti che ci portino fuori da questo pantano.

Il lavoro è stato presentato in anteprima al Congresso Provinciale della Cisl e prosegue, con la prospettiva di giungere a una forma definitiva che speriamo possa essere presentate in altre occasioni anche extrasindacali.


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