Maistri: finisce tutto in cassa integrazione?


É partita la procedura di cassa integrazione straordinaria per i 64 dipendenti della Maistri, che a fine luglio si erano riuniti in assemblea, insieme ai rappresentanti sindacali della Filca Cisl, per fare il punto della crisi di          un’ azienda che da un anno e mezzo cercava di sopravvivere. A nulla è valso allearsi con Minotti e Giacomelli, una ceduta al Fondo Opera e l’altra fallita, sulla Maistri gravano troppi debiti con banche e fornitori.

Da qui la decisione di chiedere la liquidazione volontaria, il cui atto è stato firmato lo scorso venerdì.

Resta tesa, però la situazione per i lavoratori, che dopo sistematici ritardi nei pagamenti devono ancora percepire il 75% della busta paga di maggio, a cui si sommano le mensilità di giugno, luglio e agosto, nonostante l’attività dell´azienda sia sempre proseguita.

Ora ci sarebbero due gruppi interessati all´azienda, rende noto Mario Ortombina, segretario della Filca Cisl, e le due realtà avrebbero già fatto delle proposte, in particolare, vi sarebbe interesse per il capannone.

La Maistri ha posto una condizione all´eventuale acquirente: che la produzione non venga spostata. Servono però interventi economici rapidi, questo tipo di attività non può restare ferma per troppo tempo. La produzione al momento è bloccata perché i magazzini sono vuoti, tuttavia fino a pochi giorni prima della chiusura continuavano ad arrivare ordinativi. “Abbiamo tempo fino a fine settembre per trovare un acquirente senza che venga compromessa l´attività dell´azienda” commenta Ortombina anche se, qualora l´azienda dovesse riaprire, non tutti verrebbero infatti assorbiti. Il posto infatti verrebbe garantito solamente ad una quarantina di dipendenti.

Speriamo non finisca tutto in cassa integrazione.


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