La disoccupazione a Verona è il doppio di quella ufficiale (dal Corriere di Verona del 27 Aprile 2013)


I segretari confederali: la crisi continua a colpire duro «La cassa integrazione è un tampone, non una soluzione»

Una festa da dedicare ai lavoratori, ma soprattutto a chi spera nel lavoro e nella ripresa. «Un Primo Maggio – dice Lucia Perina, segretario generale di Uil Verona – per celebrare la positività del lavoro in una città che è poco considerata, ma che sta soffrendo dal punto di vista occupazionale». Per questo la festa del Primo Maggio, le forze sindacali l’hanno ribattezzata «Insieme per il lavoro». Non sarà la tradizionale manifestazione in piazza, ma una mattinata che si svolgerà al teatro Stimate, dal cui palco i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Corso, Massimo Castellani e Lucia Perina danno appuntamento a tutta la città. Alle 10 è previsto il loro intervento cui seguirà lo spettacolo teatrale «Crisi: istruzioni per l’uso» che parlerà del processo di deindustrializzazione che il nostro territorio sta vivendo e subendo. Di seguito un intermezzo musicale della «Marconi cotton Band» e la chiusura affidata alle parole di Dino Buzzati e Jean Pierre Levaray interpretate dai giovani attori del «Corso superiore di formazione teatrale per adolescenti».

«Sarà una mattina – introduce il programma Massimo Castellani – dedicata alla crisi pesante che sta interessando migliaia di persone anche a Verona. Se i dati ufficiali parlano di un tasso di disoccupazione pari al 4,4% nella nostra città, i dati reali ci dicono che oltre l’8% dei veronesi è senza lavoro e lo sta cercando. La nostra priorità è chiedere e sollecitare politiche che favoriscano la ripresa, perché la cassa integrazione non può essere la risposta: la cassa integrazione è utile per tamponare, ma non crea occupazione. Per questo è necessario siano create le condizioni per la ripresa». Con il segretario Cgil Corso che evidenzia gli effetti della crisi sull’occupazione veneta: «Nel 2008 i licenziamenti nella nostra regione erano stati 41mila; nel 2012 i lavoratori a tempo indeterminato licenziati sono stati 75mila: 8-9mila solo a Verona ». Con uno spettro ancora più inquietante che appare all’orizzonte: la mancanza di fondi per la cassa integrazione in deroga. «Ad oggi – chiarisce Castellani – la Regione ha stanziato 63 milioni di euro, pari a un terzo del fabbisogno che è di circa 200 milioni».

Ma i numeri negativi, per la nostra economia, non sono finiti qui: è la segretario Uil Perina a rivelare che la tendenza dei primi mesi di quest’anno non è affatto in miglioramento. «L’emergenza lavoro è dimostrata dall’aumento della cassa integrazione straordinaria del 124,8% nel mese di marzo, su febbraio 2013, e della richiesta di cassa in deroga dell’ 847,1%. Si dice spesso che Verona è una città ricca di opportunità e di lavoro e che per questo sta soffrendo meno, ma noi ribadiamo che se queste opportunità non vengono coltivate e custodite, finisce tutto». E poi arriva un forte richiamo alla politica che da troppo tempo non si occupa di fabbriche: «Fino ad oggi si sono trovate esclusivamente soluzioni individuali, mai una rete di soluzioni che abbia saputo dare risposte complessive. Occorre agire tempestivamente per evitare il rischio che centinaia di cittadini si trovino senza lavoro e senza alcun reddito. L’obiettivo primario è soprattutto che venga garantita anche nel 2013 la copertura finanziaria alla cassa in deroga che già adesso è in esaurimento di risorse». Partendo da questi dati, quindi, verrà affrontato il tema del lavoro a Verona: su questi punti verteranno le analisi dei tre segretari, mentre gli spettacoli racconteranno la crisi vissuta dalle persone. «In “Crisi: istruzioni per l’uso” saranno coinvolti 10 attori non professionisti, – spiega la regista Daria Anelli – lavoratori dai 25 ai 60. Attraverso di loro porteremo sul palco la genesi della crisi, il ruolo delle banche e delle istituzioni finanziarie. Non ci sono riferimenti precisi a persone, ma, basandoci su testi e studi di economia ormai noti, parleremo della finanza disinvolta che ha dato origine a tutto quello che stiamo vivendo».

di Samuele Nottegar


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