La Ferroli dimezzata


Nell’incontro del 20/07/2016 con le delegazioni sindacali dei territori di Verona, Belluno, Ferrara e Torino, la direzione aziendale, nella persona del AD Maurizio Prete, ha illustrato il piano industriale del Gruppo Ferroli che prevede un forte ridimensionamento occupazionale. L’azienda dichiara un esubero di 600 addetti in Italia, di cui 400 a Verona.

Dal punto di vista industriale il piano prevede la cessione/vendita di alcune attività (fonderie Alano di Piave e San Bonifacio, tutta la logistica e i motori elettrici), l’accorpamento di altre (Lamborghini e Finterm), nonché lo spostamento dell’intera attività industriale presso i soli siti di Villanova, area a nord statale 11 Vr e Casole d’Elsa.

Le OO.SS. Fim Cisl e Fiom Cgil e le RSU di tutti i siti coinvolti respingono con forza il piano industriale proposto, ritenendolo inaccettabile viste le conseguenze sul piano sociale e occupazionale. “L’azienda ha scelto la strada più semplice – ha dichiarato Luca Mori, Segretario generale della Fim di Verona – per risolvere i molti problemi creatisi negli ultimi anni, facendo pagare il prezzo più alto alle lavoratrici e ai lavoratori. Noi crediamo che serva un piano serio, che cerchi di tutelare un numero più elevato di posti di lavoro e che attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi ci porti a condividere un percorso di rilancio dell’azienda”.

Il sindacato ha proclamato lo stato di agitazione sindacale già dal 21/07/2016, con presidi/blocchi delle portinerie e dei cancelli dell’azienda.

“Metteremo in campo tutte le iniziative a sostegno della nostra vertenza – chiude Mori – compresa l’attivazione di un tavolo con le istituzioni, a partire da quelle locali, al fine di sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sull’importanza di una vera politica industriale, senza la quale il paese rischia di non ripartire”.

 


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