Castellani: “Verona è una città di flussi e le mafie sentono l’odore del denaro”


La linea della palma. Con questa splendida e drammatica metafora Leonardo Sciascia nel romanzo il giorno della civetta identificava la scalata della criminalità organizzata verso il nord Italia.

Sono passati più di 55 anni dalla pubblicazione del romanzo di Sciascia e molte cose sono cambiate nella società e anche le mafie hanno, nel corso degli anni, assunto atteggiamenti diversi. Chi li sta studiando ci spiega che in questi ultimi tempi sono più “educate”, meno appariscenti, innervate nell’economia, nella finanzia, nella politica, con lo scopo primario di fare affari, grandi affari.

Parlare di mafia, ndrangheta o camorra nelle nostre realtà del NORD EST e anche a Verona si rischia di essere criticati per pessimisti o visionari di una cosa che si magari c’è ma molto limitata e come si dice in questi casi “ gli anti corpi della nostra cultura non permetteranno l’espandersi del fenomeno”.

Ne siamo proprio sicuri che il fenomeno pur essendo presente siamo in grado di tenerlo sotto controllo? Intanto stiamo già ammettendo che le infiltrazioni mafiose ci sono e questo è un attacco virulento in una società che fino a qualche anno fa ne era immune e gli immunologhi ci spiegano che quando il virus ti aggredisce entra a far parte del tuo corpo e non te ne liberi più.

Il prefetto Mulas in poco meno di due anni da quando è arrivato a Verona ha già emesso dodici interdittive nei confronti di altrettante aziende, presenti sul territorio Veronese, per presunte infiltrazioni mafiose. Inoltre è di questi giorni la chiusura di un Hotel sul binario uno della stazione di porta nuova a seguito di un’indagine sulla camorra partita da Napoli.

Alcuni anni fa, in occasione di un incontro in prefettura, in cui ero presente, l’allora comandante della Guardia di Finanza ci spiegava con sintesi e chiarezza che per la criminalità organizzata il costo per ripulire i soldi provenienti da attività criminogene e rimetterli in circolo era del 30% del capitale complessivo. Il comandante terminava il suo breve ma efficace intervento facendoci osservare che qualsiasi attività “lecita”, su cui investire e che permettesse un costo inferiore era interessante per le mafie.

Verona da sempre è considerata una città di flussi: turistici, di merci, di commercio. Per queste caratteristiche transitano anche molti soldi, tanti soldi e le mafie sono attente quando sentono l’odore del denaro.

In questi ultimi giorni di campagna elettorale non colgo che il problema delle infiltrazioni mafiose sia al centro del dibattito dei due candidati sindaco. Sottovalutazione del problema? Io che mi preoccupo in modo esagerato? Falso perbenismo che forse è meglio non parlare di queste cose ? Non lo so.

Per esempio ci volete dire se esiste un rapporto tra i metri cubi destinati alla grande distribuzione (leggi centri commerciali) e gli abitanti di un territorio compresi i turisti? Perché tutto questo improvviso proliferare di mega strutture commerciali in un ambiente a crescita demografica stabile e con aumento dell’età media ci crea qualche domanda.

Massimo Castellani

Segretario CISL Verona

 


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